Una cifra marcatamente neo-concetuale caratterizza, invece, le opere della
giapponese Kazumi Kurihara, inclina alla riflessione filosofica che non
prescinde mai dal legame con l’oggetto, sublimato in una leggerezza
dell’apparire, un’epifania del visibile e al contempo del pensiero, tipica
della sua cultura d’origine.
Nell’installazione Text creata per Gibellina e formata da due parti, Text I e Text II, interpreta il filo sotto l’aspetto di metafora della narrazione: “il filo del racconto richiude un intreccio di identità e ricordo: solo il filo del racconto propone una genesi, un percorso, un svolgimento, una fine: una storia, dunque. Il filo del racconto permette di controllare un ordine complesso offrendogli necessità e finalità, di disporlo secondo l’ordine temporale delle Parche (passato, presente e futuro), di assegnargli una nascita e una morte, una fine e un inizio. ” [Nota]
Una serie di 33 libri e scatole di carta sono ricoperti, risptettivamente,
di bianca pelliccia sintetica e di fogli stampati, sui quali è riportata
la traduzione in giapponese, in italiano e in carattere “JustEditMark”
di Word (sistema Unicode, ove a ogni carattere viene assegnato un codice
numerico e di simboli matematici) di un brano della Critica della ragione
pura di Kant dedicato al ‘ principio della permanenza’ e al concetto di
mutamento.
“Sorgere e cessare non sono mangiamenti di ciò che sorge
o cessa. Il mangiamento è un modo di esistere, che segue a una altro modo di
esistere del medesimo oggetto. Quindi tutto ciò muta e resta, e soltanto la sua
condizione muta…” (Kant)
L’artista riflette, dunque, sull’idea di trasformazione da una lingua e
da un codice espressivo all’altro – ispirandosi anche alle riflessioni
di Derida sul valore della scrittura come segno - , sul doppio significato
di ‘text’ come tessuto e testo, e il filo rosso simboleggia il nostro tentativo
di comprenderlo, di tentare insieme pensieri e idee.
Marina Giordano
[Nota]
Francesca Rigotti, il filo del pensiero. Tessere, scrivere, pensare, Il Mulino, Bologna 2002, p.40.
Questo testo è l’estratto del testo critico per il catalogo della mostra “Le stagioni di Chandan”, Fondazione Orestiadi, Gibellina, 2009.
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日本人アーティスト栗原和美の新しいタイプのコンセプチュアルアート作品の特徴は、対象との関係を決して捨象することのない、哲学の省察への趨向であろう。それは彼女のバックグラウンドにある文化が象徴的に示す現象としての軽さの中での思考とシンクロする出現した可視性の昇華といえよう。
ジベリーナでの展示の為に制作されたインスタレーションは、糸を物語のメタファーとして解釈したText I とText IIの二つの作品で構成がなされている。<物語の糸は、アイデンティティーと記憶の交錯を再び閉じる。まさしくその物語の糸だけが創始、行程、展開、終焉、つまり歴史を呈示する。物語の糸は、必然性と目的を前に差し出しながら、複雑な秩序を統制し、古代ローマの運命の三女神パルカによって与えられた地上の秩序(過去、現在、未来)を整え、誕生と死、終焉と始まりの付与を容認する。> [注]
白い人工羊毛の布で恭しくカバーされた33冊の本と文字が印刷された紙に包まれた33の箱の系列。その文字は、‘常住不変性の原則’と変化の概念について言及がされているカント著作≪純粋理性批判≫からの引用で、<生起と消滅とは、起滅する当体の変化ではない。変化は、対象の実際的存在の一つの仕方であり、この仕方が同じ対象の別の存在の仕方に相継いで起きるのである。つまり変化するところの当体はすべて常住不変であり、その状態だけが変易するのである・・・> という一節が日本語訳、イタリア語訳、そしてWord ソフトの“JustEditMark”(ユニコードシステムのひとつで各々の文字がコンピュターコードと数学の記号に変換される。)の記号列に置き換えられている。
つまりこのアーティストは、この作品において 、エクリチュール(文字言語)の意義を記号と解釈するデリダの思想に導かれながら、“Text”が示す<織られたもの>と<テキスト>の二重の意味、そして赤い糸に象徴される認識へのいざない、思考とイデアを一緒に捕らえようと試みの上で、言語と表現された記号が他のものへと変換するという概念を表現している。
Marina
Giordano (マリーナ・ジョルダーナ)
[注]
Francesca Rigotti著, il filo del pensiero. Tessere, scrivere, pensare ≪思考の糸 - 織る、書く、思考する≫ Il Mulino出版, Bologna 2002, p.40.
上記の評論は、展覧会カタログ “Le stagioni di Chandan - チャンダンの6つの季節、オレスティアディ財団、ジィベリーナ、2009)からの抜粋。
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